lunedì 2 dicembre 2013

Maria Callas: un mito intramontabile

Il 2 Dicembre di quest'anno la "divina" Callas avrebbe compiuto 90 anni!
Donna di grande fascino, elegante e passionale viene ricordata per la sua professionalità e per i suoi amori turbolenti, in  particolar modo quello con l'armatore greco Onassis.

Nata a New York da genitori greci - il suo nome reale era Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulou - fece riscoprire il repertorio italiano ottocentesco di Donizzetti, Bellini e Verdi.
Le sue straordinarie doti di soprano e attrice, il successo artistico e mediatico, il mito costruito attorno a lei, le sono valsi l'appellativo di Divina.

La Callas è stata un soprano drammatico o meglio un soprano drammatico d'agilità.La sua arte fu comunque un fatto molto più complesso dell'impegno vocale, coinvolgendo l'aspetto scenico delle parti che interpretava, compiendo una sintesi del tutto inedita tra canto e recitazione.Tutte queste qualità- supportate dallo studio approfondito del canto lirico - la resero una donna magnetica ed unica nel suo genere.

La sua ultima esibizione in pubblico risale all’11 novembre del 1974 in Giappone. Si ritirò poi a vita privata a Parigi, dove morì il 16 settembre 1977 per arresto cardiaco legato alla complicazione di alcune malattie che aveva avuto sin da bambina. Da tempo soffriva di insonnia e aveva sviluppato una dipendenza da metaqualone, un potente sedativo.

Un altro esempio di donna che ha lasciato alla storia la sua voce inconfondibile.
La sua vita così simile a quella di tutte le donne tragiche che ha interpretato in scena, sembra un romanzo tragico dai toni tristi.
A mio avviso la Callas è morta per amore...amore per quel canto che dopo il dimagrimento repentino non riuscì più ad interpretare alla perfezione, ma soprattutto amore per quell'uomo che l'ha sedotta ed abbandonata per sposare la vedova Kennedy.

Oggi voglio ricordarla semplicemente riportando una delle sue citazioni più celebri:
Le donne non sono sufficientemente alla pari con gli uomini, così dobbiamo renderci indispensabili. Dopo tutto, abbiamo l'arma più grande nelle nostre mani: siamo donne.


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